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Nesis, la barca elettrica per il turismo responsabile nel Golfo di Napoli

Nasce tutto dal sogno di due donne, Debora e Paulina: costruire un gozzo tipico napoletano a propulsione elettrica per offrire visite di turismo lento ed ecologico sul bellissimo litorale partenopeo, in special modo nell’area protetta archeologica, affiorante e sottomarina della Gaiola, dove non possono entrare mezzi a motore a scoppio. Questo sogno ha visto la luce con la creazione di Nesis e-boat, l’impresa di Debora e Paulina.

Il gozzo

Nesis e-boat è il cuore del progetto. Si tratta di un gozzo tipico napoletano realizzato totalmente in Campania con una lunghezza di 7,10 metri e uno scafo in vetroresina rinforzata, cantierato a Salerno e con batterie prodotte ad Agnano di Napoli. Il motore è un entrobordo Vetus, prodotto in Olanda, normalmente usato per ambienti lacustri. In passeggiata, alla velocità di 3 nodi, consente un’autonomia di 40 ore, praticamente una settimana di attività con una sola notte di ricarica, un innegabile ed enorme risparmio nei consumi.

La Nesis e-boat ormeggiata

L’impresa

Il progetto di Nesis e-boat è stata finanziato con i fondi di Resto al sud, l’incentivo per gli imprenditori e i liberi professionisti under 56 offerto da Invitalia a imprese innovative in Meridione. Debora cura gli aspetti amministrativi di questa impresa avviata con l’amica Paulina, che ha invece una lunga esperienza di skipper. Si tratta di due coraggiose donne che da meno di un anno sono riuscite a mettere in acqua questo gozzo elettrico realizzato appositamente come mezzo marino, ispirato a barche già collaudate in acqua dolce, probabilmente il primo in Europa ideato per affrontare il mare.

La nostra escursione di Nesis e-boat

Comincia tutto qualche mese fa, quando arriva in redazione una simpatica mail che ci racconta di quest’attività imprenditoriale completamente nuova, invitandoci a una presentazione alla stampa ambientalista. Nel giro di pochi giorni c’incontriamo per un pomeriggio che si preannuncia davvero insolito, trattandosi di un incontro in barca sui temi ecologici.

I primi ad arrivare all’appuntamento sono Debora e Michele, suo marito: lui è un imprenditore nel settore biomedicale e cura le pubbliche relazioni di questa coraggiosa iniziativa. Dopo una breve chiacchierata sulla sensibilità ecologica dei rispettivi lavori e sui comuni amici, ci raggiunge Roberta Gaeta, una giornalista ambientale che proviene dal sociale, consigliere regionale di Demos e conduttrice sull’emittente locale Televomero della trasmissione “Campania democratica e solidale”.

Il nostro Fulvio Mesolella (l’ultimo a destra) con il resto degli ospiti di Nesis e-boat

Inevitabilmente parliamo anche con Roberta dei trascorsi comuni in ambito cooperativo, solidale, sociale ed educativo e, mentre ci avviamo agli ormeggi di Nesis e-boat, si aggiunge Francesco Emilio Borrelli, deputato al parlamento in AVS, anche lui giornalista, un personaggio originale e combattivo che viene subito avvicinato da ammiratori che allarmano i poliziotti in borghese che lo scortano a piedi. A Napoli o lo amano o lo odiano, perché lui interviene anche in maniera personale e forte nei confronti delle illegalità e delle persone che le compiono, ritrovandosi spesso di fronte a reazioni che non vanno per il sottile, diciamo anche a vere e proprie aggressioni fisiche.

Nel frattempo Paulina sta attraccando, in silenzio come ci si aspetta da una barca elettrica, con una manovra stretta fra scogli pericolosi e gommoni e imbarcazioni che non sembrano lasciare spazio. Lei si introduce con maestria e sbarca tre donne entusiaste che, tornando dalla passeggiata, raccontano a Debora che le cose che più hanno gradito sono state certamente il silenzio, il percepire l’odore del mare non inquinato dagli scarichi dei motori, ma soprattutto sentirsi a proprio agio con una comandante donna, che rende ancor più unica la proposta per altrettante donne che hanno voglia di mettersi in costume e non gradiscono commenti o sguardi maschili.

Due donne per quattro possibili esplorazioni del golfo di Napoli: la possibilità di un aperitivo “ecologico” di un paio d’ore per godersi il tramonto dalla barca; Castel dell’Ovo, con destinazione il Borgo Marinaro a Santa Lucia; Parthenope, il giro che in tre ore consente la visita del litorale di Posillipo, con la visione del verde della collina e le ville storiche private che arrivano fino all’acqua, con eventuale possibilità di immersioni subacquee.

In tour verso Santa Lucia

Infine Gaiola, che rappresenta la visita più esclusiva, con accesso riservato all’Area Marina Protetta del Parco Sommerso di Gaiola, una zona di 42 ettari di mare interdetta ai natanti a motore a scoppio. Questa è forse la visita più suggestiva, in una porzione di mare non lontana dall’isola di Nisida, il cui nome latino – nesis, “la piccola” – dà origine al nome dell’impresa e della stessa barca.

Mentre usciamo di nuovo con una manovra abilissima di Paulina, gli ormeggiatori invitano la nostra comandante “a fare una bella figura”: una raccomandazione magari affettuosa che tuttavia la disturba nel suo paternalismo maschilista, come dire “tu che sei donna devi sempre dimostrare di non essere da meno di noi”. A partire da questo commento, la prima cosa che discutiamo in questo originale gruppo, immediatamente coinvolti nelle dirette sui social-network di Francesco Borrelli e di Roberta Gaeta, è questa caratteristica femminile dell’impresa, in un ambiente come il mare, che sembra sempre essere stato sempre dominio esclusivo dei maschi. Ma poi si parla di sostenibilità, di conversione all’elettrico, di leggi europee.

In questo salotto originalissimo in cui, anche in movimento, si sente solo il piacevole sciabordio delle onde, a velocità poco superiore a quella di un nuotatore esperto, finalmente chiacchieriamo anche dell’uso sociale di un mezzo come Nesis e-boat, prenotato per i prossimi mesi da un gruppo di stranieri non-vedenti, allettati da un mezzo privo del rumore assordante dei motori, che in genere disorienta i ciechi. E a questo punto si discute anche di cosa sia il giornalismo costruttivo, visto che io sono con loro a nome di Italia che cambia: Roberta si sente perfettamente in linea con lo stile della nostra testata e promettiamo di tornare a incontrarci e collaborare per il futuro.

Non resta che godersi queste passeggiate a prezzi modici, in piccoli gruppi di non oltre 6 persone più la comandante, lentamente e in silenzio, assaporando una vista da mare che altrimenti sarebbe possibile solo a chi il mare lo sfrutta con mezzi grossi e rumorosi, inquinanti e fastidiosi. Mezzi che quasi certamente, anche solo per l’economicità, nei prossimi anni dovranno fare i conti, o almeno trarre ispirazione, da questa piccola barca e da questa impresa che guarda avanti e sfida la sorte con la fiducia di persone che dal mare hanno già imparato ad affrontare qualsiasi stagione e che, infatti, offrono questi servizi anche d’inverno.

Un mezzo pionieristico

Ispirato a barche già collaudate in acqua dolce, il gozzo elettrico Nesis e-boat è probabilmente il primo in Europa ideato per affrontare il mare.

Un’impresa al femminile

L’idea imprenditoriale di Debora e Paulina si inserisce in un contesto – quello del turismo in mare e della nautica in generale – egemonizzato dagli uomini.

Limitare l’impatto

L’obiettivo di Nesis e-boat, raggiunto grazie alla sua propulsione elettrica, è proporre un modo di vivere il mare lento, ecologico ma anche silenzioso.

Privilegi

Grazie a questa sua caratteristica, Nesis può accedere all’area marina protetta di Gaiola, interdetta alle barche a motore.

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