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È morto Peppe Vessicchio: il direttore d’orchestra aveva 69 anni. «Polmonite interstiziale precipitata rapidamente»

di
Erica Dellapasqua

Il celebre direttore d’orchestra, arrangiatore e volto televisivo, è morto all’ospedale San Camillo di Roma, dove era arrivato a seguito di una complicazione improvvisa. Funerali in forma privata

Lutto nel mondo della musica italiana. È morto all’età di 69 anni il maestro Peppe Vessicchio, la «bacchetta» di Sanremo. Il celebre direttore d’orchestra, arrangiatore e volto televisivo, era ricoverato in rianimazione e si è spento oggi pomeriggio 8 novembre all’ospedale San Camillo di Roma, dove era arrivato in seguito a una complicazione improvvisa. «Peppe Vessicchio è deceduto per una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente», conferma l’ospedale.

La famiglia fa sapere che i funerali «saranno strettamente privati».

Volto conosciuto, da Sanremo ad Amici

Direttore d’orchestra, compositore, arrangiatore e volto televisivo tra i più amati dal pubblico. Giuseppe Vessicchio, per tutti Peppe, è una delle figure più iconiche e riconoscibili del Festival di Sanremo e della musica italiana, capace di unire un’altissima competenza professionale a una popolarità trasversale, consolidata anche grazie al suo ruolo di insegnante nel talent show «Amici di Maria De Filippi», sul piccolo schermo. 

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, muove i primi passi nel mondo della musica collaborando con artisti del calibro di Gino Paoli, Edoardo Bennato e Peppino di Capri. Con Paoli firma successi come «Ti lascio una canzone» e «Cosa farò da grande».

La sua carriera è indissolubilmente legata al Festival di Sanremo, dove è stato a lungo una presenza fissa dal 1990. Ha vinto la kermesse per quattro volte come direttore d’orchestra: nel 2000 con gli Avion Travel («Sentimento»), nel 2003 con Alexia («Per dire di no»), nel 2010 con Valerio Scanu («Per tutte le volte che») e nel 2011 con Roberto Vecchioni («Chiamami ancora amore»). A questi successi si aggiungono numerosi premi come miglior arrangiatore, che confermano il suo talento e la sua sensibilità musicale. 

Arrangiatore di grande prestigio, ha collaborato con i più grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Andrea Bocelli a Roberto Vecchioni, da Zucchero a Elio e le Storie Tese, da Ornella Vanoni a Ron e Biagio Antonacci. La sua versatilità lo ha portato a dirigere orchestre in contesti prestigiosi, come al Cremlino per un omaggio a John Lennon, e a guidare il progetto «Rockin”1000», la più grande rock band del mondo. Negli ultimi anni ha continuato a sperimentare e l’anno prossimo aveva in programma il tour teatrale «Ecco che incontro l’anima» insieme a Ron.

L’approccio umano: «Ogni persona è come una corda»

«Ogni persona è come una corda e possiede una capacità di vibrazione – diceva -. Quando incrociamo le nostre vere passioni, iniziamo a suonare davvero». Il suo approccio era sempre umano, più che accademico: per lui l’educazione musicale coincideva con la ricerca dell’equilibrio interiore.

Vessicchio parlava spesso dell’«armonia naturale» come chiave di lettura del mondo. L’armonia, diceva, è «l’ottimale condizione degli elementi di un insieme»: non solo in musica, ma nella vita. Credeva che la bellezza fosse una proporzione, una vibrazione giusta, un equilibrio sottile tra il suono e il silenzio. «Il silenzio è il tessuto in cui il suono si intrufola», amava ripetere. Era un’estetica ma anche un’etica: il rispetto dei tempi, dell’ascolto, del lavoro degli altri. «Bisogna trovare la propria velocità», spiegava, «una velocità che sia la tua, non quella del mercato».

Nel 2024 l’Orchestra del Teatro alla Scala ha eseguito una sua composizione da camera, «Tarantina»: un riconoscimento simbolico per un artista che, pur provenendo dalla musica leggera, aveva sempre cercato il dialogo con la musica colta. «Sentire la mia musica alla Scala è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio», raccontava con la sua consueta modestia.

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8 novembre 2025 ( modifica il 8 novembre 2025 | 17:03)

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