Alta velocità in Calabria? Ultima fermata a Praia. Cantieri, miliardi e promesse di un treno che non arriva mai

L’Europa fissa l’asticella minima a 160 km/h sulla rete TEN-T entro il 2040. L’Italia promette una nuova Alta Velocità Salerno–Reggio Calabria a 300 km/h (sulla carta), ma i cantieri veri – e i soldi veri – oggi si concentrano solo a nord della Calabria. In mezzo, una geografia che parla da sola: le mappe 2040 dell’Unione mostrano l’Alta Velocità “vera” che si arresta prima di entrare in Calabria, lasciando alla regione – per ora – una linea tradizionale potenziata. Intanto RFI/FS avanza col Lotto 1A (Battipaglia–Romagnano), aggiudica il tunnel Santomarco per 1,6 miliardi, stima un fabbisogno complessivo da oltre 17 miliardi e promette Roma–Reggio in 3h40–4h “a regime”. I tempi? Non quelli della politica. Quelli delle gallerie. E dei bilanci.
La differenza che cambia tutto
Nel nuovo Regolamento TEN-T la “alta velocità” non è necessariamente il Frecciarossa a 300 km/h: l’obiettivo minimo, entro il 2040, è che le linee core supportino almeno 160 km/h per i passeggeri. È una soglia tecnica e politica: consente all’UE di armonizzare standard e priorità, ma lascia ai singoli Stati la scelta (e l’onere) di fare di più – cioè nuove linee AV dedicate – dove economia e territorio lo rendono sensato. Tradotto: puoi essere “TEN-T compliant” senza nuova AV “vera”. Ed è qui che comincia la storia calabrese.
Le mappe 2040: l’AV “si ferma” a Praia
La cartografia e i dossier divulgativi sullo scenario 2030/2040 mostrano un vuoto al Sud: l’AV integrale si arresta poco dentro la Calabria (indicativamente all’altezza di Praia a Mare), mentre da Praia a Reggio la prospettiva è rete tradizionale potenziata (160–200 km/h). Non è una “cancellazione” della Calabria: è il riflesso di programmi nazionali non (ancora) tradotti in progetti esecutivi e coperture lungo tutta la dorsale tirrenica calabrese. Ecco perché, nelle letture giornalistiche, la regione appare fuori dall’AV fino al 2050. Un’immagine urticante, ma coerente con lo stato degli atti.
Cosa promette lo Stato: la “nuova AV/AC Salerno–Reggio Calabria”
Sul fronte italiano, la linea è chiara: “nuova AV/AC Salerno–Reggio Calabria” come progetto strategico. RFI e FS Italiane lo scrivono senza giri di parole: nuovo tracciato, standard AV/AC, benefici viaggiatori e merci, connessioni verso Sicilia e porto di Gioia Tauro. Ma la realizzazione è a lotti: 1A (Battipaglia–Romagnano) con lavori in corso dal 2023, attivazione prevista dicembre 2026 (obiettivo PNRR); 1B e 1C (Romagnano–Buonabitacolo e Buonabitacolo–Praia), concluso il dibattito pubblico, iter autorizzativi e fine lavori indicati rispettivamente 2030 e 2032 nelle schede aggiornate; finanziamenti parzialmente completati. Da Praia a Reggio Calabria: fasi preliminari, alternative di tracciato in studio, nessun esecutivo e coperture incomplete.
Il “tappo” di Cosenza: Santomarco raddoppia (e vale 1,6 miliardi)
Il raddoppio della Galleria Santomarco (Paola–Cosenza) è il cantiere che sposta l’ago: 22 km di nuova linea a doppio binario con caratteristiche AV/AC (circa 17 km in galleria), gara aggiudicata il 19 agosto 2025 per 1,6 miliardi al consorzio guidato Webuild. Obiettivo: sgranchire l’accesso tirrenico a Cosenza, togliere strozzature storiche e abilitare in prospettiva standard 200–250 km/h su un tratto cruciale di dorsale. È anche il tassello indispensabile per portare le merci dal porto di Gioia Tauro a Nord con tempi e pendenze compatibili.
Il conto (vero) dell’opera: oltre 17 miliardi
Se i rendering corrono, i conti camminano. La Corte dei conti fotografa un fabbisogno complessivo dell’intervento oltre 17 miliardi di euro (aggiornamento 2024 del Contratto di Programma), cui si sommano le opere connesse e gli adeguamenti tecnologici (ERTMS). Una parte arriva dal PNRR e dal Fondo complementare, il resto è nazionale (e quindi soggetto a stagionalità di cassa e priorità politiche). Per i tratti calabresi più impegnativi, la ricerca delle coperture sarà il tema dei prossimi anni.
Tempi di viaggio promessi: Roma–Reggio in 3h40–4h
Nei documenti tecnici Italferr/RFI la promessa è scritta: a opera completa, Roma–Reggio Calabria in circa 3h40 (fino a 4h a seconda del modello di esercizio). È quel divario di un’ora e mezza che fa la differenza tra Sud collegato e Sud residuale. Ma quella promessa è condizionata: serve nuova linea su gran parte del tracciato, non la sola “velocizzazione” della storica.
Praia a Mare, confine invisibile dell’AV
Nella narrazione pubblica, Praia a Mare è diventata il confine simbolico: a nord la nuova AV che avanza, a sud un potenziamento della Tirrenica che rischia di non cambiare davvero le gerarchie del tempo. È un confine politico prima che geografico: finché Praia–Reggio resta senza progetti esecutivi e coperture, le mappe 2040 non potranno mostrare altro. E la Calabria resterà – per l’ennesima volta – ultima fermata.
Chi decide davvero
La Commissione non “esclude” la Calabria: regola gli standard (elettrificazione, ERTMS, 160 km/h minimi) e indirizza i corridoi. L’opera la decide e la finanzia lo Stato. Se Roma mette sul tavolo progetti e coperture, Bruxelles li riconosce nel perimetro TEN-T; se non li mette, le mappe fotografano l’esistente e i piani credibili. È accaduto così per Salerno–Praia (lotti e atti ci sono), non ancora per l’asse calabrese fino a Reggio.
Perché serve (davvero) un’AV fino a Reggio
Un’AV integrale fino a Reggio Calabria riduce tempi e incertezze, attiva domande nuove (turismo, pendolarità lunga), integra porti (Gioia Tauro) e aeroporti, rende competitivi i poli universitari e gli ospedali hub. L’alternativa – potenziamenti a macchia – migliora l’oggi ma congela il divario di lungo periodo. Ci sono tuttavia tre spine: i soldi, innanzitutto. 17 miliardi non si trovano “col decreto” ma servono pluriennali e stabilità politica. Poi il nodo geologico perché tra Pollino, tirrenica e versanti instabili, la galleria lunga è la regola, non l’eccezione. La priorità? L’Italia ha più di un Sud da collegare (ionica, Basilicata, Sicilia, Napoli–Bari) e ogni euro ha candidati rivali.
La fotografia finale
Al 2040 la Calabria avrà più treno e treno migliore (ERTMS, 160–200 km/h in diversi tratti, nuova Santomarco), ma non un’Alta Velocità completa a 250–300 km/h fino a Reggio. L’AV vera – quella che accorcia l’Italia – si fermerà alla porta nord della regione, salvo sorprese. È una scelta (e un ritardo) italiano, fotografato dall’Europa. Cambiarla non richiede un post: richiede progetti seri, gare, cantieri e – soprattutto – coperture che non saltino a ogni legge di bilancio. La geografia del tempo è la vera politica. E in Calabria, ancora, il tempo non passa mai abbastanza in fretta.




