Palazzo Campanella rialza il sipario, in arrivo la nuova stagione del Consiglio regionale: un film già visto

La sala è ancora vuota, il proiettore già gracchia e sullo schermo appare la sceneggiatura che conosciamo a memoria: Palazzo Campanella è pronto a proiettare la commedia istituzionale del “film già visto”. Casting febbrile, telefonate fuori campo e finale abbastanza scritto da consentire agli addetti ai lavori di alzarsi per tempo a prendere i pop-corn.
Quattro punti all’ordine del giorno e cinque tessere da incastrare nel mosaico del nuovo Consiglio regionale: formalmente tutto pronto, politicamente molto meno. La Giunta è stata battezzata (con l’ampliamento a nove assessori in arrivo con il 2026), ma la trama vera scorre nel retropalco: Ufficio di Presidenza e presidenze delle commissioni come premi di produzione.
La presidenza: il finale annunciato
Nel ruolo del protagonista c’è Salvatore Cirillo: indicazione “blindata” di Forza Italia, con Francesco Cannizzaro in regia politica. Curriculum istituzionale, radici a Locri, e una funzione che, nelle intenzioni degli azzurri, riequilibra la rappresentatività dell’area metropolitana di Reggio Calabria rispetto alla Giunta. Lo Statuto prevede i due terzi nei primi due scrutini e la maggioranza semplice al terzo (da tenersi il giorno successivo): qui nessuno scommette su tempi supplementari.
La vice della maggioranza: duello in famiglia
Sulla vicepresidenza che spetta alla maggioranza si gioca un derby tutto interno. Da un lato Pierluigi Caputo (Forza Italia e lista “Occhiuto Presidente”), già visto nello stesso ruolo nella scorsa legislatura; dall’altro Luciana De Francesco per Fratelli d’Italia. Equilibri di coalizione, presidi territoriali e quote interne: la scelta è politica, prima ancora che di biografia.
La vice dell’opposizione: Alecci in testa, con variabile Falcomatà
In minoranza il nome più caldo è Ernesto Alecci, già segretario dell’Aula: profilo esperto e voti pesanti. Se passasse lui alla vicepresidenza, il capogruppo Pd potrebbe andare a Giuseppe Ranuccio (sindaco di Palmi). Ma c’è la variabile Falcomatà: il sindaco di Reggio Calabria potrebbe rivendicare un ruolo di primo piano nella nuova mappa dem di Palazzo Campanella ma dalla sua parte c’è solo qualche conoscenza romana, certamente non i numeri. Tradotto: il Pd deve scegliere tra linea dritta e acrobazia.
Segretari–questori: incastri e veti
Per i segretari–questori sale Luciana De Francesco e scende Marco Polimeni (in quota maggioranza) mentre Elisa Scutellà tiene il passo per il Movimento 5 Stelle (in quota minoranza). Sullo sfondo una consegna che molti considerano “regola non scritta”: evitare incarichi a chi entra come supplente a seguito dell’ingresso in Giunta.
Commissioni permanenti e speciali: dove si fa politica (davvero)
Dopo l’Ufficio di Presidenza arriva il vero risiko: sei commissioni permanenti e due speciali (Antindrangheta e Vigilanza). Qui si pesano i gruppi e si decidono gli indirizzi di lavoro su bilancio, sanità, lavori pubblici, trasporti, legalità. Il mantra che rimbalza nei corridoi: niente presidenze ai supplenti appena entrati.
Supplenti e paletti: chi entra in Aula
I subentri attesi, legati ai nuovi assessori, hanno nomi e cognomi: Antonio De Caprio e Piercarlo Chiappetta per Forza Italia, Daniela Iiriti e Filippo Pietropaolo per Fratelli d’Italia, Gianpaolo Bevilacqua per la Lega. Prenderanno il posto di Gianluca Gallo, Pasqualina Straface, Giovanni Calabrese, Antonio Montuoro e Filippo Mancuso (oggi vicepresidente della Giunta con delega ai Lavori pubblici). Il messaggio politico resta: presidi sì, rendite no.
Gli organismi “azzerati”: posti e funzioni da ricostruire
Con la fine della XII legislatura sono decaduti anche gli organismi di garanzia: difensore civico regionale, garante per l’infanzia e l’adolescenza, garante della salute, osservatorio sulla violenza di genere, osservatorio contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro. L’avviso di vacanza è stato pubblicato: ora iniziano le designazioni. Dossier tecnici? Sì. Ma anche scelte politiche con impatto diretto su diritti e tutele.
Il rito di martedì: chi convoca, chi presiede, che cosa si vota
La prima seduta è fissata per martedì alle 15:00. Convocazione a firma del presidente uscente Filippo Mancuso (oggi in Giunta), presidenza provvisoria al consigliere anziano Ferdinando Laghi (lista “Tridico Presidente”), come da Statuto. Quattro i punti all’ordine del giorno: dai subentri alla votazione per il presidente del Consiglio, fino agli altri tasselli dell’Ufficio di Presidenza. Nel mezzo, telefonate, appelli e il solito countdown da backstage.
Agenda vera: oltre le poltrone
Al netto del casting, il film si regge sulla sceneggiatura. E qui entrano i capitoli che interessano a tutti: sanità (livelli Lea, personale, liste d’attesa), lavori pubblici (cantieri, Pnrr, manutenzioni), trasporti (collegamenti interni e con l’Area dello Stretto), legalità (cooperazione con Dda e forze di polizia), bilancio (coperture e priorità). Le poltrone scaldano; i dossier scottano.



