Pietro Orlandi parla dei resti di Emanuela e dell’ipotesi che siano sotto la Casa del Jazz: “Spero di no”

I resti di Emanuela Orlandi potrebbero essere stati sepolti nella Casa del Jazz di Roma? La struttura un tempo è appartenuta al cassiere della Banda della Magliana, Enrico Nicoletti. Gli scavi nel sottosuolo, richiesti dall’ex giudice Muntoni, puntano a verificare la possibile presenza dei resti del giudice Paolo Adinolfi scomparso nel 1994. Ma forse anche di altri corpi, incluso quello di Emanuela Orlandi. Il fratello, Pietro Orlandi, ha commentato l’ipotesi intervenendo a Storie Italiane.
La Casa del Jazz di Roma
Nella Casa del Jazz di Roma si scava nell’ipotesi che lì sotto possano esserci i resti del giudice Paolo Adinolfi, scomparso il 2 luglio del 1994. L’ipotesi è che lì sotto possano esserci anche altri resti, magari quelli della cittadina vaticana scomparsa nel 1983.
Ai microfoni di Storie Italiane padre Domenico Celano ha detto: “C’erano tanti possibili acquirenti ma questo Nicoletti era parente di un monsignore del Vicariato. Lo sa tutto il mondo che lì sotto c’era un tunnel. Devono scavare al centro della casa, dove c’era l’accesso alla scala che portava al casino di caccia, alla cantina. Parliamo di un tunnel con una volta altissima”.
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E ancora: “Ma perché polizia e finanza non indagavano? Quella cantina era il sacrario delle cose oscene“. Don Domenico è un sacerdote che fa parte della congregazione religiosa che ha venduto l’immobile a Nicoletti per un miliardo delle vecchie lire.
Le parole di Pietro Orlandi
“Ogni volta che si scava da qualche parte a Roma si pensa sempre a Emanuela”, ha dichiarato Pietro Orlandi in studio.
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Orlandi è venuto a conoscenza della nuova ipotesi quando un anno fa, incontrando un conoscente per caso, la conversazione cadde sulla Casa del Jazz e sull’intenzione di un ex magistrato di far riaprire le indagini: “Ci sono più corpi là sotto“, avrebbe appreso Orlandi.
“Io spero che i resti di Emanuela non stiano là sotto – ha aggiunto il fratello – perché Emanuela per me sarebbe morta, oggi, se dovessero trovare i resti. Però se ci dovessero essere è importante perché, quanto meno, si mette un punto sul fatto se sia viva o morta. Per poi capire come è finita là sotto”.
Villa all’epoca di proprietà del Vicariato romano
Pietro Orlandi ha ricordato che quando sua sorella scomparve, il 22 giugno 1983, la villa era ancora di proprietà del Vicariato romano. Ma questo, hanno puntualizzato gli ospiti presenti in studio, non significa automaticamente un coinvolgimento del Vicariato di Roma nella scomparsa di Emanuela Orlandi.
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Nel frattempo Massimo Giletti annuncia l’esistenza di un documento riservato dei servizi segreti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, dal quale mancherebbero quattro pagine.
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