Non una casa ma una terrazza su Roma: questo appartamento ai Parioli unisce l’eredità Liberty e la sensibilità contemporanea

Davanti alla scrivania di modernariato, sedia anni ’70 di Lyda Levi per McGuire. A terra, statua di Luigi Galligani.Foto Francesco Dolfo
Ambienti luminosi, materici, espressivi
La casa, così, si apre come una sequenza di ambienti luminosi, materici, espressivi. Nella partitura l’ingresso è una potente ouverture: un patchwork di marmo, legno, ottone e travertino forma un tappeto scenografico. «L’ingresso qui è manifesto, è dichiarazione d’intenti. I materiali scelti li ritrovi ovunque, dall’ottone delle maniglie al marmo della cucina. È come se l’ingresso fosse uno specchio dell’intera casa», dice Antonio Girardi. E uno specchio monumentale, realizzato su misura dall’artista Marco Scaccia, domina la sala da pranzo con la figura di un cavallo, animale amatissimo dal proprietario.
L’ingresso, con pavimentazione a mosaico composta da lastre in ottone, parquet, travertino e marmo Portoro. Sul piedistallo in ottone su disegno, una statua di cavallo acquistata da Flair a Firenze.Foto Francesco Dolfo
Una casa pensata come un giardino esotico
Ovunque verde, a evocare un giardino esotico, elementi di modernariato e design vintage, come le poltrone davanti alla libreria, recuperate a Firenze, o le sedie in bambù anni ’60 di Lyda Levi in sala da pranzo. «C’è un’anima coloniale che ritorna spesso nei miei progetti», racconta Girardi, «non tanto come stile decorativo, ma come atteggiamento: la casa è come un giardino chiuso tra le pareti, una sorta di terrazza che continua idealmente verso l’esterno». Radicata e nomade, romana e globale, sofisticata e autentica, questa casa è veramente lo specchio di chi la abita.



