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“Senza fine”, la canzone (nata da un equivoco gay) che Gino Paoli scrisse per la sua Ornella Vanoni

 Il brano affonda le sue radici in una relazione che, ancora oggi, è ricordata come una delle più iconiche della musica italiana. Paoli e Vanoni si incontrano nel vivace Bar Jamaica, a Milano, uno dei ritrovi più creativi dell’epoca. Entrambi nati nel settembre del 1934, a un solo giorno di distanza, scoprono presto un’intesa profonda, destinata però a essere complessa: erano entrambi sposati o in procinto di esserlo.
La loro storia diventa un intreccio di passione, scontri, riavvicinamenti. Una relazione irregolare, spesso turbolenta, ma capace di generare alcuni dei momenti più intensi della canzone italiana. È in quel clima che Paoli scrive “Senza fine”: un dono, una resa, una dichiarazione.

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