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Fico, ormeggio superscontato per la barca (non dichiarata)

Roberto Fico (Imagoeconomica)

Crosetto rivela: per il gozzo l’ex presidente della Camera paga 550 euro l’anno. La tariffa normale è dieci volte superiore. E nei prospetti che ha presentato da parlamentare il natante non c’è, alla faccia della trasparenza.A Napoli si dice «chiagne e fotte»: trattasi di una espressione del dialetto partenopeo che indica una persona che ipocritamente mostra un modo di vivere spartano, gramo, mentre in realtà le cose gli vanno più che bene. In sostanza, chi «chiagne e fotte» adotta una doppia morale, una che vale per come vuole apparire, e una per come è. L’ex presidente della Camera, Roberto Fico, candidato alla presidenza della Regione Campania per il centrosinistra, può essere annoverato, in termini politici, tra i più autorevoli esponenti del «chiagne e fotte». Lui, che il primo giorno da presidente della Camera si fece riprendere mentre viaggiava in autobus; lui, il paladino degli ultimi; lui, il simbolo dell’anticasta, in realtà quando si è trattato di godere di privilegi che ai comuni mortali sono negati, non si è tirato indietro.Tutto regolare, certo, ma la politica non è solo rispetto delle leggi ma pure esempio, coerenza tra quel che si professa e il modo in cui si agisce: quanto venuto fuori ieri dalla risposta del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a un’interrogazione presentata dal senatore di Fdi Sergio Rastrelli, commissario del partito a Napoli, è emblematico. Rastrelli chiedeva a Crosetto di sapere se «anche il candidato alla presidenza della Regione Campania della coalizione di centrosinistra (Fico, ndr), nel recente passato, avesse spesso ormeggiato, abusivamente, e sine titulo, presso il porto di Nisida una propria imbarcazione».Ieri è arrivata la risposta: Crosetto: «L’area di ormeggio del porto militare di Nisida», scrive il ministro, «è stata formalmente consegnata dall’Aeronautica militare all’Accademia aeronautica della Capitaneria di porto di Napoli, ma la gestione operativa dei posti barca è stata affidata a un’associazione sportiva dilettantistica, la Sezione velica Accademia aeronautica (Svaa), che opera sotto il controllo della stessa Aeronautica militare. Per quanto riguarda il caso sollevato dall’interrogante», si legge ancora nella risposta a Rastrelli, «è stato appurato che l’ormeggio dell’imbarcazione dell’onorevole Roberto Fico è avvenuto successivamente alla sua nomina a presidente della Camera dei deputati, in ragione di richiesta di parte del 2018, per poter disporre di un posto barca in un’area sorvegliata militarmente, per esigenze di sicurezza personale. Tale concessione è stata rinnovata annualmente, senza soluzione di continuità, anche dopo la fine del mandato». «In tale quadro», scrive ancora Crosetto, «la concessione del posto barca, prima in virtù della carica istituzionale e poi di istanza associativa (socio sostenitore), si è basata sulle facoltà discrezionali del comandante pro tempore dell’Accademia. Dopo aver ricevuto queste informazioni, ho dato disposizione al fine di approfondire l’esistenza di casi analoghi in altre aree simili in Italia, di tutte le forze armate e al bilancio dell’associazione. La quota annua regolarmente corrisposta dall’onorevole Fico risulta essere in media di circa 550 euro». Niente di abusivo, quindi, ma c’è un ma grande quanto una nave: il costo medio di un ormeggio di un gozzetto come quello di Fico prima di farsi la barca nuova, in una zona di Napoli centrale e comoda da raggiungere come Mergellina o Nisida, va da un minimo di 6.000 a un massimo di 8.000 euro l’anno. Volendo stare sul minimo, significa 500 euro mensili. Fico, sostanzialmente, pagava per un anno di ormeggio quanto un cittadino normale paga per un mese. Nulla di irregolare, ma diciamolo chiaramente: Fico ha goduto di un privilegio, anche dopo la fine del suo mandato di presidente della Camera, che fa a pugni con l’immagine del pentastellato duro e puro che guarda alla «casta» come al nemico da abbattere, in nome della eguaglianza tra tutti i cittadini, che siano onorevoli o meno. Così come è totalmente incompatibile in termini politici, con questa stessa immagine, il fatto, rivelato da noi della Verità, che Fico, anche al termine del suo mandato, si sia fatto accompagnare da un’imbarcazione delle forze dell’ordine ogni volta che usciva per una gitarella col suo gozzo. Anche in questo caso tutto regolare, ma assolutamente in antitesi con i proclami del grillismo ortodosso. La barca, oltretutto, non è stata dichiarata nello stato patrimoniale: va detto che tale dichiarazione non era obbligatoria, considerate le dimensioni del gozzetto, ma la trasparenza tanto proclamata è rimasta uno slogan. Nelle dichiarazioni compare invece la comproprietà con la sorella del fabbricato di San Felice Circeo di cui pure abbiamo scritto: una casa che è stata oggetto di una sanatoria per abusi edilizi. «La richiesta di sanatoria», ha replicato lo staff del candidato del centrosinistra alla successione di Vincenzo De Luca, «non è stata fatta dal presidente Fico né dalla sua famiglia, bensì dal precedente proprietario della casa di San Felice Circeo negli anni Ottanta. È quindi semplicemente falso sostenere che il presidente abbia richiesto un condono o una sanatoria». Benissimo: fatto sta che Fico ha acquistato una casa interessata da una pratica di condono, mentre nelle ultime settimane si è battuto contro la proposta del suo avversario, Edmondo Cirielli, di riaprire i termini del condono edilizio del 2003, che fu negato ai cittadini della Campania. L’amorale della favola è la seguente: Fico non ha violato alcuna legge, non ha commesso illeciti, ma dal punto di vista politico la sua descrizione più efficace l’ha data quello che ora è un suo alleato, Clemente Mastella: «È il più democristiano dei 5 stelle». Il termine «democristiano» non è certo negativo, ma insomma: per uno che dovrebbe (anzi vorrebbe) rappresentare l’antitesi del politico tradizionale, non è certamente il massimo.

Nathan Trevallion racconta la storia della sua vita nella natura e grida: ho dato ai bambini una vita sana e felice.

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