LIVE Alle 20.45 Cremonese-Juve, le ufficiali: Bonazzoli-Vardy contro Openda-Vlahovic

Buon esordio per l’ex ct, anche se nel finale i bianconeri hanno un po’ sofferto i padroni di casa
Nella città del torrone, dolce è la prima notte di Luciano Spalletti sulla panchina della Juve: i bianconeri vincono di personalità per 2-1 a Cremona grazie alle reti di Kostic e Cambiaso (Vardy per i grigiorossi) e agganciano Milan e Inter al terzo posto in classifica a 4 punti dalla capolista Napoli. Il tecnico toscano riassapora così, a distanza di 881 giorni dall’ultima volta, il sapore del successo in Serie A e, tra invenzioni (Koopmeiners difensore) e spirito di gruppo ritrovato, può subito dare forza ai dolci pensieri di rimonta scudetto palesemente dichiarati nel giorno della presentazione.
LA SPALLETTATA – Come detto, il neotecnico bianconero comincia con una delle sue “spallettate”: l’olandese arretra sulla sinistra della linea difensiva, completata da Gatti e Kalulu. Per il resto, molte conferme rispetto all’unica uscita della gestione ad interim di Brambilla: Cambiaso e Kostic sulle fasce, McKennie e Locatelli al centro del campo (cui si aggiunge il rientrante Thuram), Openda e Vlahovic davanti. Obiettivo, dare qualità al palleggio in assenza di Yildiz. Nicola, invece, schiera lo stesso undici che ha battuto mercoledì il Genoa in trasferta e che ha permesso ai grigiorossi di eguagliare il record di 14 punti in avvio di campionato che apparteneva alla “Cremo” di Simoni del 1993/94.
È UN’ALTRA JUVE – Come già nella versione vista mercoledì scorso contro l’Udinese, la Juve parte forte: se contro i friulani erano bastati 3 minuti a Vlahovic per guadagnarsi il rigore del vantaggio, stavolta ne servono addirittura meno di due (1’25’’) a Kostic per festeggiare al meglio il suo 33esimo compleanno e, contemporaneamente, fare un regalo al club per il 128esimo. In un’azione sviluppata al limite dell’area, Vlahovic appoggia per McKennie che serve in profondità sul lato corto di destra Openda: il belga prova un colpo di tacco di difficile realizzazione, ma è fortunato a trovare il rimpallo su Vandeputte, che prolunga involontariamente sul secondo palo, dove il serbo, tutto solo, non può sbagliare. E pensare che, nella gestione Tudor, non aveva mai giocato da titolare e aveva collezionato appena 65’ in 11 partite prima dell’esonero del croato. La Juve è aggressiva, tenta spesso il recupero alto del pallone e la giocata nello stretto nella trequarti avversaria o, quando imposta, la verticalizzazione dei centrocampisti per le punte, mentre la Cremonese resta stordita anche per lo svantaggio lampo. Vlahovic è abile a vincere spesso il duello con Baschirotto, Openda si impegna e spazia su tutto il fronte (anche se sbaglia spesso la scelta), McKennie bravo a proporsi tra le linee e a disturbare l’avvio dell’azione della squadra di Nicola, Cambiaso e Kostic si alzano a turno quasi sulla linea degli attaccanti. Così, all’intervallo, i bianconeri hanno già colpito un palo con Locatelli (26’, decisiva la deviazione di Audero) e calciato 4 volte verso la porta avversaria (le altre sempre con Vlahovic): nelle ultime tre trasferte (Como, Madrid e Roma con la Lazio), la Juve l’aveva fatto appena 2 volte in 135’.
BRIVIDI FINALI – Nella ripresa, la squadra di Nicola sembra cambiare volto: Vandeputte è più mobile, Barbieri, spostato mezzala, più intraprendente, ma la fiammata dura appena il tempo di mettere in mostra una bella diagonale difensiva di Koopmeiners (51’) e una parata in bagher di Di Gregorio su un tiro di Vandeputte dal limite (comunque vanificato dall’uscita precedente del pallone dal campo). Le occasioni migliori restano della Juve: McKennie non riesce a calciare un rigore in movimento (56’), Vlahovic non arriva nell’area piccola, su un pallone messo in mezzo dallo stesso americano (66’). Le mosse di Nicola (Sarmiento prima, Vasquez e Faye poi, infine Johnsen) non portano effetti, mentre quella di Spalletti funziona subito: a Conceiçao (subentrato al 66’ a Openda) bastano due minuti per dare il via all’azione che porta al raddoppio di Cambiaso: il portoghese crossa da destra, la deviazione di Terracciano a centro area diventa un assist perfetto per il numero 27, che scarica di rabbia alle spalle di Audero. La Cremonese, però, non ci sta e, a sette minuti dalla fine, la riapre improvvisamente: lancio lungo di Johnsen per Vardy, che, lasciato uno contro uno con Gatti, vince il duello, entra in area e batte Di Gregorio con un bel diagonale. È solo un lampo, però. I 13 minuti finali trascorrono senza patemi per i bianconeri, che ora possono abbandonarsi ai dolci sogni: con questo spirito e una concorrenza che va a rilento, pensare a quel “qualcosa di bellissimo” è un po’ più lecito.
la partita
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Esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus contro la neopromossa Cremonese reduce dalla vittoria per 2-0 sul Genoa. Lo Zini è un fortino: la squadra di Nicola è rimasta imbattuta nelle ultime cinque partite casalinghe di Serie A (2V, 3N); i grigiorossi non registrano una serie più lunga senza sconfitte interne nel massimo campionato dal periodo tra novembre 1995 e marzo 1996 (10 in quel caso). Occhio invece al fattore trasferta per i bianconeri: la Juve ha perso le ultime due trasferte di campionato, tante sconfitte quante nelle precedenti 10 (4V, 4N); i bianconeri non fanno peggio dal marzo-aprile 2010, quando arrivarono a quattro sconfitte esterne consecutive in Serie A.
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