Nautica a Napoli, servono 4.000 ormeggi subito

Boom di richieste e zero spazi: tra flop concessioni, progetti abortiti e abusivismo, la città resta senza porti
Napoli è diventata capitale della nautica ma non ha dove ormeggiare. Le richieste ufficiali di posti barca per imbarcazioni tra i sei e i diciotto metri hanno superato quota 4.000, ma l’offerta reale è ferma, soffocata da vincoli, fallimenti progettuali e anni di gestione frammentata. Intanto, Guardia Costiera, Finanza e Carabinieri stanno bonificando il litorale da gavitelli e ormeggi abusivi. Il risultato? Chi vuole ormeggiare regolarmente non sa dove andare.
Mergellina, il cuore ingolfato degli ormeggi
La zona più congestionata è quella di Mergellina, dove le concessioni si tramandano da generazioni e i pontili galleggianti si moltiplicano senza una regia unica. Il progetto più concreto in campo è quello proposto da Afina e dal Gruppo Luise: prevede il prolungamento del molo di sopraflutto e la creazione di pontili con ormeggi a pettine. Se realizzato, porterebbe 400 nuovi posti barca. Ma la Marina non basta.
Molo San Vincenzo, il progetto che fu
Per anni si è parlato di trasformare il Molo San Vincenzo in un porto turistico. L’idea era spinta da render patinati e dichiarazioni d’effetto. Ma uno studio dell’Ispra ha bloccato tutto: impossibile far convivere yacht privati e traffico navale delle vie del mare nel canale del Beverello.
Porto Fiorito, la promessa mancata di Napoli Est
Il fallimento più clamoroso è stato quello del Porto Fiorito a San Giovanni a Teduccio. Lanciato a inizio era De Magistris, fu subito affossato da problemi di sicurezza e dalla revoca della concessione. Oggi la zona ha una nuova chance: la diga foranea è stata prolungata di 270 metri, l’area è più protetta e, con un nuovo ingresso, si potrebbe ripensare il progetto. Gli spazi sono immensi, ma servono bonifiche totali.
Nisida, il porto naturale dimenticato
C’è però un’opzione a costo contenuto: Nisida. Una conca naturale perfetta, secondo tutti gli esperti, per diventare una Marina vera. Basterebbe un investimento minimo e un intervento deciso da parte del Comune. Ma tutto è fermo, in attesa del Piano Urbanistico Attuativo della Costa, lo strumento necessario per superare i vincoli paesaggistici e passare ai cantieri.
Rixi all’attacco: “Ex Corradini e Cirio sono rovine”
Nel frattempo il viceministro Edoardo Rixi, in visita a Napoli Est, ha definito gli edifici abbandonati ex Corradini ed ex Cirio “macerie pericolanti” che ostacolano lo sviluppo dell’area portuale. Ha bocciato l’idea di considerarle archeologia industriale e invocato una bonifica totale per liberare spazi produttivi vitali.




