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Atp Finals: Sinner tritatutto, Shelton ko e ora la semifinale

Continua la corsa di Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino. Dopo il canadese Auger-Aliassime e il tedesco Zverev, questa volta a essere travolto è lo statunitense Ben Shelton al termine di una partita senza storia (e peraltro ininfluente ai fini della classifica del ’round robin’): 6-3, 7-6 il punteggio finale in neanche 100 minuti di gioco di gioco. Ora il campione di San Candido è atteso dalle semifinali, dove affronterà l’australiano Alex De Minaur, con cui il bilancio è a senso unico (12 vittorie a zero).

I due si sono sfidati anche in momenti importanti come le finali di Toronto 2023 e Rotterdam 2024, oppure la finale di Davis del 2023 ma l’epilogo è stato sempre lo stesso. De Minaur fatica a trovare gli anticorpi al gioco di Sinner, sottolineando ancor di più l’attuale gap che c’è tra l’italiano, e Carlos Alcaraz, e gli altri giocatori.

La sfida numero 13 tra i due andrà in scena dalle 14.30 all’Inalpi Arena. Nel match con Shelton, l’azzurro ha fatto le prove generali per la fase decisiva del torneo. Ha variato il servizio (passando da piazzati a 159 kmh a ‘missili’ di oltre 200 chilometri orari), ha provato attacchi a rete e palle corte, mostrando grande sicurezza e solidità. Shelton ha fatto lo ‘Shelton’: bordate da fondo, spesso fuori misura, e ogni tanto scelte tattiche sciagurate. Però è riuscito a restare a galla e a non farsi travolgere, piccolo segnale di maturità rispetto al passato.

Pronti-via e Sinner ha messo subito le cose in chiaro: break in tre minuti. Il servizio girava al meglio, lo statunitense costretto a rincorrere. Sul 2-1 un’occasione per Shelton, quasi a sorpresa, ma l’altoatesino ha subito rimesso le cose a posto. Poi ha inserito la modalità ‘martello’ e ha iniziato a picchiare inesorabilmente da fondo campo. Il primo set è così scivolato via in 39 minuti. Stessa musica nel secondo parziale. Sinner ha cercato lo strappo, il ‘bad boy’ della Florida ha risposto colpo su colpo.

Sul 4-3 il talento di San Candido ha sparato fuori un diritto incrociato, ha fatto una smorfia e si è toccato il ginocchio. Sul pubblico è calato il gelo, fiato sospeso. Pochi secondi di suspence e si è rimesso in moto come se niente fosse. Sul 5-4 il primo match point, annullato da Shelton. Sinner è sembrato quasi infastidito, forse sperava di chiudere in fretta per potersi riposare. Ma l’altro non aveva alcuna intenzione di cedere. Così si è arrivati al tie break. E qui non c’è stata storia: servizio implacabile ed è 7-3.

“Finora sto facendo le scelte giuste nei momenti giusti. Una partita prima o poi la perderò, non sono una macchina. Però ecco sono sempre contento di mettermi in gioco” ha detto Sinner. Poi l’azzurro ha parlato di Coppa Davis, alla quale ha rinunciato, facendo una proposta: “Con questo calendario è difficile avere ogni anno i migliori giocatori. Quello che mi piacerebbe è avere una Davis che duri due anni, in modo da poter organizzare le semifinali all’inizio dell’anno e la finale alla fine da qualche parte – ha detto Sinner -. Purtroppo non ho mai giocato la Coppa Davis, quella vera, dove si gioca in trasferta, in Argentina o in Brasile, dove tutto lo stadio non è contro di te ma per l’altra squadra. Penso che questa sia la Davis”.

A chiedere un cambiamento anche Carlos Alcaraz: “Giocare ogni anno non è così bello come potrebbe essere se si giocasse ogni due o tre anni. L’impegno dei giocatori sarebbe ancora maggiore, perché è unico, è diverso. Non si può giocare ogni anno”.

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