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Roma chiama Belém: il Climate pride ha colorato la Capitale chiedendo lo stop a combustibili fossili e riarmo

È stato un fine settimana di mobilitazioni per il clima, quello appena passato. A Belém, dove attivisti e rappresentanti delle popolazioni dell’Amazzonia sabato hanno manifestato intorno ai palazzi dove le delegazioni governative partecipano ai lavori della Cop30 chiedendo azioni concrete e non più solo promesse per contrastare al crisi climatica. E anche a Roma, dove quasi nelle stesse ore oltre 10 mila persone sono scese in piazza per il Climate pride, chiedendo ai negoziatori presenti in Brasile e anche ai vertici dell’Unione europea un maggior impegno per lasciarci alle spalle l’utilizzo dei combustibili fossili e anche uno stop dell’escalation al riarmo.  

A organizzare l’appuntamento in Italia sono state 82 associazioni ambientaliste, animaliste, organizzazioni sociali, sigle del pacifismo e tante altre realtà che da tempo chiedono una giusta transizione ecologica e la fine dei conflitti armati. Per le vie della capitale ha sfilato un fiume colorato di gente, costellato di maschere di animali, “pale eoliche”, ulivi e bandiere palestinesi, migliaia di persone che hanno marciato dietro lo striscione con su scritto “Dall’Amazzonia all’Europa Giustizia Climatica Planetaria!”.

Il messaggio lanciato dal corteo viene così sintetizzato dal Wwf: «In un contesto globale segnato dai crescenti impatti della crisi climatica, da guerre, disuguaglianze e competizione per le risorse, è urgente interrompere la dipendenza dai combustibili fossili e fermare l’escalation del riarmo, pratiche che alimentano nuove forme di colonialismo e aggravano gli squilibri internazionali. La transizione ecologica ed energetica rende i paesi più indipendenti dall’importazione di materie prime e risorse energetiche e quindi meno responsabili delle tensioni geopolitiche che spesso sfociano in guerre in tutto il Pianeta». Come sottolinea il Panda, la crisi climatica è già oggi una condizione strutturale che colpisce comunità in tutto il mondo e da cui nessun Paese può ritenersi escluso: «Nonostante il ritiro degli Stati Uniti dagli impegni sul clima negli anni dell’amministrazione Trump e il conseguente rallentamento dell’azione globale, gli eventi estremi continuano ad aumentare, con danni economici cresciuti di dieci volte rispetto al 2000 e arrivati, secondo BloombergNEF, a 1.400 miliardi di dollari nel 2024».

La manifestazione ha anche voluto richiamare l’Unione europea a sostenere un accordo ambizioso per l’uscita dalle fonti fossili e accelerare una transizione ecologica equa, che metta a disposizione risorse anche per i Paesi più esposti agli impatti della crisi climatica. E un chiaro messaggio, il Climate Pride l’ha lanciato anche contro le contraddizioni del governo italiano, che da un lato incrementa le spese militari, mentre dall’altro trascura gli investimenti necessari per una giusta transizione ecologica.

Spiega sempre il Wwf: «Il Climate pride rappresenta solo l’inizio di una mobilitazione che continuerà nei prossimi mesi, anche sui territori, in rete tra tutte le realtà aderenti, a supporto della transizione ecologica e contro le grandi opere fossili inutili, per costruire dal basso percorsi di giustizia climatica, pace e solidarietà».

Queste sono le associazioni che hanno aderito alla mobilitazione:

A buon diritto, Acli, ActionAid Italia, Agesci (gruppi regionali), Acrobax, ACS – Ulivi Cultura di Pace, AGENDA – Associazione Genitori IC Mastroianni, ANITA Garibaldi APS, Amnesty International Italia, Arci nazionale, Arci servizio civile nazionale, A Sud, Associazione Genitori Giardinieri, Astra, BDS Castelli Romani – Roma Sud, BDS Roma, Brancaleone, Bologna for Climate Justice, Casale Garibaldi – common at work, Casetta Rossa, CGIL, Ci sarà un bel clima, CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, Clean Cities, Climate Art Project, Climate Reality Italia, Comitato Pratone di Torre Spaccata, Collettivo No Porto, Coordinamento Sì Parco Sì Ospedale No Stadio, Coordinamento CERS Roma e Lazio, Communia, COSPE, CSOA La Strada, CSOA Ex Snia, CSOA Insurgencia, Ecorà, Esc Atelier Autogestito, Esn Italia, Extinction Rebellion Italia, Forum del Terzo Settore, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Territoriale Permanente Parco delle Energie, Fridays For Future Italia, Giustizia per Taranto, Greenpeace Italia, GKN, Lab Puzzle Bene Comune, Legambiente, Libera Contro le Mafie, Link Coordinamento Universitario, Lunaria, Marevivo, Movimento Giovani Save The Children, Movimento per la Decrescita Felice, Nonna Roma, Nero edizioni, Per il Clima, fuori dal Fossile, Oxfam, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Rete Ecosocialista, Rete Pace e Disarmo, Rete Emergenza Climatica e Ambientale, Rete nazionale A Pieno Regime, Rinascimento Green, Salvaiciclisti Roma, Santa Libbirata La Carretteria, Save the children, Scomodo, Streets For Kids, Studenti alla Terza, SemiVolanti, SpinTime Lab, Stalker Lab, Villetta social Lab, Vivinstrada, UDS – Unione degli Studenti, UDU – Unione degli Universitari, UISP, Ultima Generazione, Un Ponte Per, VAS, WWF Italia, Yalla Roma.

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