Quando al Salone del Libro Vanoni disse: «Non so se arrivo a Natale, ma la morte fa parte della vita. Ed è andata come è andata»

Ornella Vanoni, morta nella serata di venerdì 21 novembre a Milano, aveva presentato lo scorso maggio al Salone del Libro «Vincente o perdente», il libro scritto con Pacifico. «La morte non può essere un tabù», aveva detto, «quando si ha la mia età la si deve pensare, senza ansia, come vicina»
Ornella Vanoni, icona della musica italiana, è morta nella serata di venerdì 21 novembre a Milano. Lo scorso maggio, al Salone internazionale del libro di Torino, aveva presentato il libro scritto a quattro mani con Pacifico, Vincente o perdente. Ripubblichiamo l’articolo apparso in seguito alla presentazione.
«La morte non può essere un tabù perché fa parte della vita e quando si ha la mia età la si deve pensare, senza ansia, come vicina». La vede così Ornella Vanoni, che venerdì 16 maggio ha raccontato se stessa presentando il suo ultimo libro al Salone del Libro di Torino, scritto a quattro mani con Pacifico. Vincente o perdente, edito La nave di Teseo. Un libro-confessione, intimo e coinvolgente. In ogni pagina il pensiero, le emozioni raccolte e raccontate da una donna e artista incomparabile. Tutta la fragilità e tutta la determinazione che l’hanno resa un’icona per generazioni diverse. Il ritratto fedele di una donna che, tra un passo cauto e un salto nel vuoto, ha sempre scelto di saltare in avanti.
«Guai a non prendere gli psicofarmaci»
Senza filtro, come da sempre ha abituato il suo pubblico, Vanoni ha voluto lanciare un messaggio alla platea. «Non fate come me, che non sapevo proprio amarmi – ha detto -. Guai a non prendere gli psicofarmaci, se li usate e state bene: non smettete, terminate la cura, sennò non guarirete».
«I giovani sono meravigliosi, mi fanno star bene»
E a proposito di medicine, l’artista parla dei giovani come se fossero «punture di Samir. Mi tirano su, mi fanno stare bene. E non sono cretini. Se seguiti, se parli con loro, se approfondisci, allora è diverso, vengono fuori, sono meravigliosi. Sono come noi quando eravamo giovani, solo che la vita adesso promette loro pochissimo».
«Ma la sinistra dov’è?»
Poi una riflessione sull’attuale fase politica: «Non siamo contenti noi italiani, in questo momento. Non possiamo essere contenti, proprio per niente. Io chiedo a tutti: ma la sinistra, dov’è? Ma che fine ha fatto? Ma tutta l’Europa, tutto il mondo, tutto a destra: si sono addormentati? Ma dove sono, cos’è successo? Rimane un mistero».
«Non so se arrivo a Natale»
Ornella ha poi spiegato di aver trovato se stessa «mentre scrivevo, prima non mi conoscevo». E ha ricordato che i suoi inizi da artista sono stati «complicati», ma di aver poi superato il limite di «salire sul palco e mettersi in mutande davanti al pubblico». Ridendo, quindi, ha confessato: «Non so se arrivo a Natale». E ha chiuso con queste parole, riferendosi alla sua vita: «Perché io di certo non ho il bilancino, ed è andata com’è andata. Non amo fare bilanci, sono stata triste e felice, fortunata e sfortunata». Sull’amore, infine, ha voluto sollecitare la platea.«Buttatevi. E come va, va!».
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22 novembre 2025 ( modifica il 22 novembre 2025 | 00:31)
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