Sinner-Alcaraz la finale delle Atp Finals di Torino, la diretta: Jannik cerca la conferma

Sinner batte Alcaraz e si conferma campione alle Atp Finals
(dalla nostra inviata a Torino, Gaia Piccardi) Ha chiesto gli applausi, li ha avuti. Ed è venuto giù il palazzetto di Torino, casa sua. Jannik Sinner è il campione delle Atp Finals per il secondo anno consecutivo, batte l’arcirivale Carlos Alcaraz in due set tesissimi (7-6, 7-5) dopo aver annullato un set point nel primo e si riprende l’inerzia della rivalità del prossimo decennio: nel 2025 Spagna-Italia 4-2 ma il migliore della stagione è Jannik, che dopo due Slam (come Alcaraz) si annette il torneo degli otto maestri e con esso, da re imbattuto, l’assegno da 5 milioni di dollari.
Sinner vince il soreggio e sceglie di rispondere. E’ ancora in fase di rodaggio quando, al quarto game, con un doppio fallo permette al punteggio di raggiungere i vantaggi. In quel momento, sul 40-40 c’è una lunga interruzione per il malore di uno spettatore in tribuna. «Rimani in movimento» consiglia il box all’azzurro, che poi tiene la battuta con un ace. Come previsto è da lì, dal servizio, che passano i destini della sesta sfida stagionale tra fenomeni, che avanza spedita verso lo snodo del tie break non prima di aver offerto ad Alcaraz, in una fase in cui Jannik smarrisce la prima palla, una via di fuga. Il set point per Carlitos sul 6-5 si materializza grazie a un passante, dopo aver chiamato il rivale a rete. Ma la sliding door della partita si chiude quando lo spagnolo si avventa su una seconda di servizio a 187 del rivale, sparacchiando fuori. Del tie break, ancora una volta, Sinner si rivela maestro dei maestri: perde il primo punto con un dritto in rete, poi un drive vincente inside-in gli apparecchia il set. Alcaraz è teso e sbaglia troppo (due rovesci out consecutivi, 4-2), poi sale di livello l’azzurro: recupero su palla corta e smash (5-3), lob (6-4), servizio vincente (7-4, 7-6).
Tra Sinner e il suo team è tutto un gioco di sguardi e di parole. Lo sostengono in continuazione, con tutte le variazioni dei complimenti: bravo, molto bravo, bravissimo. Jannik ne ha bisogno, si appoggia sul consenso dei suoi soprattutto adesso che, all’inizio del secondo set, ha un calo vistoso. Carlitos ne approfitta: fa il break al primo game, dopo essersi fatto fasciare la coscia destra che il fisioterapista aveva a lungo massaggiato. Sotto 3-2, Jannik si riprende tutto con una palla corta sulla palla break di un rivale poco a fuoco. 3-3. Annulla una pericolosa palla break nel game successivo, complice un dritto lungo dello spagnolo, portandosi il dito all’orecchio come a dire: non vi sento. Il popolo sinneriano risponde, dandogli vitale energia. Quando sembriamo avviati verso un secondo tie break, Alcaraz si avventura in una sconsiderata discesa a rete, concedendo una palla break che è anche un match point. E lì, in cima a uno scambio violentissimo e prolungato, un altro errore dello spagnolo manda Sinner in paradiso.
“E’ ancora più bello dell’anno scorso” sorride dopo essersi buttato per terra come a Melbourne nel 2024, quando espugnò il primo Major (di una lunga serie). Poi corre ad abbracciare la sua squadra: «Senza di loro tutto ciò non sarebbe possibile». Si è meritato le vacanze, magari guarderà la Davis dalla tv da spettatore. Riparte con il sesto titolo stagionale in tasca, quello che lo tiene in vantaggio su Alcaraz in questa sfida infinita. Arrivederci in Australia.



