Balotelli a Seedorf: «Sognerò sempre il Mondiale, anche a 50 anni. Mi alleno per tornare in Serie A, ma non ho avuto chiamate. Il mio futuro? Un podcast tutto mio, a breve»

L’intervista a Prime Video con il suo ex allenatore al Milan: «Ascolterò club esteri se non ci sarà la possibilità di stare in Italia. Ma mi fermerò solo quando deciderò io di fermarmi, non sarà qualcuno a impormelo. In questo calcio posso sicuramente ancora performare».
Clarence Seedorf, opinionista per Prime Video, si è recato a Brescia a casa di Mario Balotelli per intervistarlo in vista di Inter-Liverpool, in programma stasera, match nel quale lui è doppio ex. Tra i due c’è un rapporto di stima e amicizia: il primo allenò al Milan il secondo per cinque mesi tra gennaio e maggio 2014, Mario segnò 7 reti nel girone di ritorno lanciandosi in vista del Mondiale 2014 nel quale partì a razzo segnando all’Inghilterra per poi franare insieme a tutti i suoi compagni. Per la cronaca, quello resta tuttavia l’ultimo gol azzurro in Coppa del Mondo.
Balotelli si è espresso sul suo presente, che è noto: «Mi sto allenando con una squadra locale bresciana (il Carpenedolo, in Eccellenza). Aspetto sempre una chiamata dalla Serie A, per il momento non ci sono, ascolterò club esteri se non ci sarà la possibilità di stare in Italia. Ma mi fermerò solo quando deciderò io di fermarmi, non sarà qualcuno a impormelo. Non vedo molte partite di calcio ma, quando succede, mi rendo conto che il calcio ora è diverso: è più fisico e con meno qualità rispetto a prima, io sento di poter ancora performare. Sicuramente».
Il Mondiale, un sogno: «Lo sarà sempre, anche a 50 anni»
Mario ha anche parlato del sogno Mondiale, che aveva da piccolo. E resta, anche a 35 anni: «Devo essere obiettivo, so che è solo un sogno ma lo sogno sempre e lo sognerei anche a 50 anni, tutti sappiamo cosa significa giocare quell’evento».
La Champions con l’Inter: «Ho realizzato negli anni quanto valga»
Poi l’attaccante ha mostrato al suo ex allenatore la bacheca dove a casa tiene tutti i cimeli da calciatore: ha mostrato a Seedorf la maglietta della finale contro il Bayern Monaco in Champions e il gagliardetto di quella partita, firmato da tutti i calciatori. Per poi lasciarsi andare ai ricordi del trionfo con l’Inter nel 2010: «Ho realizzato negli anni, crescendo, quanto valga la Champions vinta con l’Inter. Quando sei giovane non ci pensi, sei orientato al futuro, invece poi capisci che non è facile: bisogna avere lo spirito giusto anche fuori dal campo per riuscirci. La Coppa del Mondo è la più importante, ma dopo arriva la Champions: è stato un orgoglio alzarla, un’esperienza fantastica, sfortunatamente Mourinho non mi fece giocare la finale anche se durante la settimana aveva preparato il tridente con me, Eto’o e Milito. Non è importante però averla giocata, contava solo vincerla».
Il futuro di Balotelli: «Un podcast tutto mio e lavorare sulla mia immagine, lo sto già facendo»
Progetti per il futuro? Balotelli svela dettagli inediti: «Lavorare sulla mia immagine, è qualcosa che sto già facendo. A breve partirò con un mio podcast, in futuro inizierò a partecipare a eventi con gli sponsor: è qualcosa che prima non mi piaceva – sorride – ma ora lo farò».
Seedorf ha ricordato: «Avevo curiosità di conoscerti, quando sono arrivato al Milan come tuo allenatore: da fuori era facile giudicarti, ti avevo chiesto di non prendere cartellini gialli e infatti ne avevi preso solo uno». Qui interviene Balotelli, il quale lascia capire che il feeling con i tecnici non sia sempre stato facile: «Un giocatore si esprime meglio se c’è chi si sforza di capire la persona, con te a me al Milan è successo. Sono stato bene anche con Lucian Favre a Nizza e con Vincenzo Montella e Roberto Mancini, specialmente all’inizio», e qui si apre un sorriso che lascia capire come la mancata convocazione da parte del suo mentore per i play off Mondiali nel 2022 non gli sia ancora del tutto passata.
Balotelli si è poi soffermato sulle differenze tra calcio italiano e inglese: «In Inghilterra c’è più intensità anche negli allenamenti, non ti fermi mai neanche a bere, ti alleni meno tempo ma si corre molto di più. In Italia ci sono anche molti video tattici, a volte (sorride) troppo lunghi…». Infine, l’ultima chicca: «Il mio incubo come difensore? Il mio incubo ero io stesso: quando stavo bene fisicamente e mentalmente, non c’erano problemi. Scelgo però Thiago Silva e Sergio Ramos, avevano tutto».
Vai a tutte le notizie di Brescia
Iscriviti alla newsletter di Corriere Brescia
9 dicembre 2025 ( modifica il 9 dicembre 2025 | 11:35)
© RIPRODUZIONE RISERVATA




