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Sinner-Cerundolo al Masters 1000 di Parigi, il risultato: Jannik vince e va ai quarti con Shelton Cronaca 7-5; 6-1

Jannik vince anche senza essere brillante

(Gaia Piccardi) Forse la brillantezza di fine anno la tiene per le Atp Finals, il torneone riservato ai migliori otto di cui è cominciato il conto alla rovescia. Forse dopo Vienna, la lentezza conclamata del campo indoor di Parigi («Sembra la terra di Montecarlo» si era lamentato Alcaraz nella serata no con Norrie) manda per un attimo in crisi i circuiti sinneriani. Ma nulla è mai perduto, quando gioca Jannik Sinner. L’azzurro sbarca per la prima volta ai quarti del Master 1000 parigino (50esima vittoria stagionale, 23esima consecutiva al chiuso) battendo Francisco Cerundolo in due set (7-5, 6-1) con un primo set faticoso e un secondo in discesa.
La velocità di crociera, all’inizio, sembra la solita. Un dritto vincente, due ace, un servizio imprendibile: i marchi di fabbrica dell’artigianato di Sesto Pusteria. Il break al quarto gioco con un passante incrociato stretto di dritto (3-1). Poi, senza preavviso, il contro-break di Cerundolo complici tre errori dell’azzurro e un dritto inside-out di cui perde il controllo. E’ un festival: 4-2 Sinner strappando la battuta all’argentino, 3-4 perché al game successivo la scippa all’ex numero uno (di nuovo in vetta al ranking vincendo a Parigi) l’uomo di Baires. A tratti Cerundolo sembra prevaricare Jannik, sulla cui superficie paiono riapparire le crepe di Vienna. Una certa stanchezza, la brillantezza fisica appannata (si tocca il fianco destro con una smorfia), la fallosità figlia di questa condizione passeggera, eppure presente. Sul 6-5 Cerundolo torna Cerundolo: con un rovescio largo offre il set point all’avversario, con una smorzata in rete permette all’azzurro di annettersi il parziale. 7-5.
La gestione delle difficoltà è solo uno dei talenti di Sinner. Il break del 2-0 è ottenuto chiudendo la pratica con un rovescio e un dritto, entrambi lungolinea, entrambi vincenti. Come sempre investe sul turno di servizio per mantenere il vantaggio (3-0). La fuga nel punteggio gli permette di rifiatare, riacquistare energia e tranquillità. E’ un Jannik ritrovato, che però fallisce due palle del 4-0. Calma e gesso. Il doppio break arriva poco dopo, al sesto game. E’ un altro errore in uscita dal servizio a condannare Cerundolo alla quarta sconfitta con il barone rosso (6-1), la seconda consecutiva dopo Roma a maggio. Venerdì Jannik ritrova Ben Shelton dopo i quarti a Wimbledon. Dovrà essere smagliante, o qualcosa di simile.

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