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Monete da collezione, Roma celebra le tre fedi: il trittico di monete della Zecca unisce Cristianesimo, Ebraismo e Islam

di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

La Zecca dello Stato emette un trittico in argento dedicato alle tre religioni monoteiste presenti a Roma. Un omaggio a San Pietro, Tempio Maggiore e Moschea, nel segno di dialogo e convivenza

A Roma le fedi non si sfiorano soltanto: convivono, dialogano, si riconoscono. È questo lo spirito che ha guidato la nuova emissione straordinaria dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, un trittico di monete in argento dedicato alle tre grandi religioni monoteiste presenti nella Capitale. Un omaggio, ma anche un messaggio: raccontare, attraverso tre piccoli oggetti di valore simbolico, la possibilità concreta di una convivenza pacifica sotto lo stesso cielo.

Il progetto, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, porta un titolo che è già un programma: «Le tre religioni monoteiste sotto il cielo di Roma». Sul bordo di ogni moneta corre una frase che sintetizza l’intento dell’iniziativa: «In Abramo tre fedi una visione». Un richiamo diretto alla radice abramitica condivisa da Cristianesimo, Ebraismo e Islam, e alla responsabilità comune nel tenere aperta la strada del dialogo.

​Una collaborazione inedita

Il trittico non è frutto di un percorso tecnico, ma prima ancora culturale. A ispirarlo sono stati i tre rappresentanti delle comunità religiose nella Capitale: l’arcivescovo Vincenzo Paglia, il rabbino capo Riccardo Di Segni e l’imam Nader Akkad. Una triade che, con sensibilità diverse, ha condiviso la stessa impostazione: dare forma a un segno di unità, non di uniformità; di rispetto, non di assimilazione.

Il risultato è una serie di tre monete da 3 euro in finitura Fior di Conio, ognuna dedicata a un luogo simbolo della propria tradizione.

​I tre volti di Roma

La moneta cristiana reca la Basilica di San Pietro, con la cupola stilizzata che domina il dritto. In basso corre la scritta “Basilica di San Pietro a Roma» e la firma dell’autrice, Monica Ciucci.

Quella ebraica mette al centro il Tempio Maggiore, l’edificio che più di ogni altro rappresenta la presenza storica e culturale dell’ebraismo romano. Anche qui una cupola stilizzata sovrasta la facciata, con la firma dell’incisore Silvia Ciucci.

La terza moneta è dedicata all’Islam e raffigura la Grande Moschea di Roma, il minareto in primo piano e la cupola in alto, insieme alla stilizzazione della piazza e della fontana che accompagnano l’ingresso. Sul bordo inferiore, la scritta «Grande Moschea di Roma».

Tre iconografie distinte che raccontano però una città sola, capace di custodire storie religiose profondamente diverse, ma non incompatibili.

​Il cielo di Abramo e il cuore del Campidoglio

Il rovescio delle monete è comune: un cielo stellato, evocazione diretta del sogno di Abramo — una discendenza «numerosa come le stelle» — e tre cerchi che convergono in un punto centrale. In quell’incrocio, a unire le tre fedi, compare il tracciato michelangiolesco di Piazza del Campidoglio, simbolo della Roma civica, laica e istituzionale. È qui che il trittico sembra trovare il suo significato più profondo: non nella celebrazione delle differenze, ma nel riconoscimento di un luogo che appartiene a tutti.

​Una Roma che guarda avanti

In un tempo segnato da tensioni internazionali, conflitti identitari e nuove fratture religiose, l’iniziativa assume un valore che va oltre il collezionismo. È il tentativo – piccolo nella forma, ambizioso nel contenuto – di ricordare come la Capitale sia da secoli un laboratorio di convivenza, spesso imperfetta, ma tenace.

Le tre monete non pretendono di risolvere ciò che divide. Ma indicano una prospettiva: tre fedi, una città, un orizzonte di dialogo. Un invito a guardare il cielo, lo stesso cielo di Abramo, con l’idea che la pace non sia un’utopia, ma un’opera paziente che si costruisce, come queste monete, una incisione dopo l’altra.

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18 novembre 2025

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